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Affrontare un click day richiede molto più che rapidità: è un processo che combina strategia, competenza tecnica e pianificazione rigorosa. Scopri come prepararti al meglio ed evitare gli errori più comuni.
Affrontare un click day non significa semplicemente “farsi trovare pronti”. Significa elaborare un piano d’azione meticoloso, in cui ogni passaggio — dalla predisposizione dei documenti all’invio finale — è studiato in anticipo e testato nei dettagli.
La velocità richiesta non è un fatto di istinto o fortuna: è l’esito di una preparazione tecnica, procedurale e, spesso, emotiva. Le imprese più strutturate, o quelle affiancate da consulenti esperti, sanno che un click day non si affronta da soli e all’ultimo minuto, ma si costruisce nel tempo, con attenzione e metodo.
Per questo motivo, la preparazione non riguarda solo i documenti: implica anche la familiarità con la piattaforma, la pianificazione dei ruoli nel team, la predisposizione di strumenti alternativi in caso di malfunzionamenti. Chi si presenta senza una strategia rischia di essere travolto dalla rapidità della procedura, vanificando settimane di lavoro.
A differenza di altre modalità di selezione, il click day non ammette margini di incertezza. Tutto deve essere chiaro, funzionante e accessibile fin dal primo secondo.
Questo significa, ad esempio, assicurarsi che la documentazione richiesta sia completa e conforme, che le firme digitali siano valide, che ogni file rispetti i formati previsti dal bando.
È altrettanto importante verificare che l’accesso alla piattaforma sia attivo e funzionante, preferibilmente con largo anticipo rispetto alla data del click day. Alcuni enti consentono l’ingresso preliminare o la simulazione di invio: un’opportunità da sfruttare per evitare sorprese.
Anche l’infrastruttura tecnica gioca un ruolo non trascurabile: utilizzare connessioni instabili, browser non aggiornati o dispositivi non testati può compromettere irrimediabilmente la riuscita dell’operazione.
Infine, la preparazione è anche una questione di ruoli: chi invia, chi supervisiona, chi gestisce eventuali problemi deve sapere esattamente cosa fare, quando farlo e con quali strumenti. L’improvvisazione, in questi casi, ha un costo.
La natura binaria del click day — “dentro” o “fuori” — non lascia spazio a esitazioni. Per questo, alcuni errori, anche se minimi, possono rivelarsi fatali.
Uno dei più comuni è quello di sottovalutare l’importanza del tempo. Accade spesso che imprese o consulenti inizino a raccogliere la documentazione pochi giorni prima dell’apertura dello sportello, confidando in un’organizzazione dell’ultimo momento. Una scelta rischiosa, soprattutto quando il bando richiede allegati firmati digitalmente o certificazioni da terze parti.
Altro errore frequente è quello di affidarsi completamente all’automatismo della procedura, trascurando i controlli finali: file corrotti, allegati mancanti, caricamenti non completati correttamente. In un sistema dove non c’è una fase di verifica ex post, tutto deve essere perfetto alla prima.
Infine, c’è un errore più sottile ma altrettanto rilevante: considerare il click day un’operazione esclusivamente tecnica, dimenticando che anche la parte progettuale e strategica deve essere coerente, chiara e completa. In alcuni casi, le amministrazioni effettuano controlli a campione o richiedono integrazioni documentali: se il progetto non è stato costruito con rigore, il rischio è di perdere il finanziamento anche dopo l’aggiudicazione.
Il click day è lo strumento che meglio incarna la logica della reattività amministrativa. Tuttavia, la sua diffusione non dovrebbe oscurare la necessità di una riflessione più ampia sull’efficacia di questa modalità.
Un sistema che premia esclusivamente la rapidità rischia di trasformare la partecipazione ai bandi in una competizione basata su fattori esterni alla qualità progettuale. In questo senso, diversi osservatori — inclusi enti erogatori e associazioni di categoria — stanno spingendo per modelli ibridi, che uniscano la prontezza all’invio con criteri di selezione qualitativa o con meccanismi di riserva per specifiche categorie (imprese giovanili, femminili, localizzate in aree svantaggiate).
In parallelo, il ruolo dei consulenti sta cambiando: non sono più (solo) coloro che sanno dove e quando cliccare, ma diventano interpreti della strategia aziendale, in grado di selezionare i bandi più adatti, costruire proposte solide e pianificare l’accesso alle misure con un approccio integrato.
Prepararsi a un click day non vuol dire solo correre più veloce degli altri, ma anche saper valutare se vale la pena partecipare a quella corsa, e come farlo in modo coerente con gli obiettivi dell’impresa.
Il click day, nella sua apparente semplicità, rappresenta una delle sfide più complesse del panorama della finanza agevolata. Richiede velocità, certo, ma soprattutto preparazione, metodo e consapevolezza.
Affrontarlo senza una strategia significa esporsi a rischi evitabili e compromettere opportunità importanti. Ma, al tempo stesso, è anche uno specchio di come oggi si gestisce — e si distribuisce — l’accesso alle risorse pubbliche.
Per questo, saper affrontare un click day non è solo una questione tecnica, ma una competenza strategica sempre più centrale per imprese e professionisti.
Antonio Manca
Tecnico di Finanza Agevolata Apply